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Playhard rassegna stampa

Debutto “Playhard 2.0”:

“In scena Silvia Furlan che ha fatto proprio, vivendolo da dentro, il complesso ruolo di “Playhard”, trasferendo a esso amore, rabbia, dolore e tenerezza. Non si è risparmiata nemmeno un attimo, mantenendo alto il ritmo, in un continuo entrare e uscire da un personaggio a più sfaccettature, vestendosi e svestendo aspetti nascosti di sé, raccontati e condivisi con il pubblico, come a coinvolgerlo in un tema che è più sociale di quanto sembri in apparenza e che deve diventare di tutti, perché “Playhard”, salendo e scendendo le scale del teatro, fissando la gente negli occhi, ponendo domande, chiede in realtà aiuto, cerca rassicurazione, consensi, condivisione. (…) Convincente il lavoro di insieme, fatto di interpretazione, linguaggi proiettati e brani musicali efficaci, il tutto studiato per creare la giusta tensione e lasciare nello spettatore un senso di sano smarrimento di fronte a una dipendenza troppo spesso sottovalutata. Lunghi e calorosi gli applausi finali”.

Antonia Dalpiaz, L’Adige 22/03/2016 RS_Playhard_A22032016

 

Dalla rassegna stampa di “Playhard”:

“Realtà e illusione. Così termina un’analisi ben fatta su un dramma troppo diffuso visto con gli occhi dell’artista, non banale, non prevedibile che crea un’immediata empatia con il personaggio che non ha nulla a che vedere con la commiserazione o il facile pietismo. L’attrice Silvia Furlan, dall’eccellente dizione e interpretazione, costruisce un personaggio qualunque di un qualsiasi ceto che alla delusione esistenziale risponde puntando su un numero, su una carta, su un frutto delle slot sfidando la Fortuna a testa alta”.

Paola Spedaliere, Il Pickwick 24/09/2015

 

“La ludopatia, quale malattia dei nostri tempi, è assimilabile ad una deformante percezione della realtà in cui tutto diviene un vortice senza fine. La compagnia trentina Teatrincorso trova il modo di parlarne su un palcoscenico attraverso una veste performativa, col supporto di un grande schermo in cui fanno capolino immagini tridimensionali tra forme astratte e slot machine mentre alla voce di Silvia Furlan, l’unica performer sulla scena, se ne alterna la stessa registrata che ha il ritmo concitato dello stile lapidario e pubblicitario di un aggressivo pseudo­edonismo. Come se i suoni, le velocità deliranti delle macchinette, i colori ipnotizzanti dei siti d’azzardo siano stati assorbiti da una coscienza ormai malata, e inserita in un processo dialettico tra due “realtà” in mezzo alle quali sta il personaggio”.

Ester Formato, Teatri On Line  25/09/15

 

 

 

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